
La destinazione del TFR (Trattamento di Fine Rapporto) è una scelta a cui sono chiamati i lavoratori fin dal primo impiego, che può avere diverse implicazioni sul fronte previdenziale, finanziario e anche fiscale da valutare attentamente, al fine di prendere le decisioni più giuste per sé e per i propri cari.
In questo articolo vedremo cos’è e come funziona il TFR, per poi analizzare le diverse modalità di destinazione al fondo pensione in alternativa all’opzione di lasciarlo in azienda.
Andremo, poi, ad approfondire i diversi vantaggi riservati a chi sceglie di conferire il proprio TFR al fondo pensione, che abbracciano la sfera previdenziale – quindi, la pensione integrativa futura – finanziaria – sul fronte dei rendimenti degli importi investiti – e fiscale – con un trattamento di favore riservato nel nostro Paese alla previdenza complementare.
Infine, vedremo come destinare il proprio TFR al Fondo Gomma Plastica.
Cos’è il TFR?
Il Trattamento di Fine Rapporto (TFR), un tempo noto come “liquidazione”, è una parte della retribuzione non corrisposta immediatamente al dipendente, ma accantonata mese dopo mese, per poi essere versata in un’unica soluzione alla fine del rapporto, che può verificarsi per diverse cause (pensionamento, licenziamento o dimissioni).
L’importo accantonato è pari al 6,91% della retribuzione lorda; semplificando, è come se ogni anno si mettesse da parte l’equivalente (più o meno) di uno stipendio mensile.
Si tratta, lo ricordiamo, di un’operazione che riguarda tutti coloro che hanno un contratto di lavoro subordinato, sia esso indeterminato, determinato, part-time, e così via (è riconosciuto anche nel corso dei periodi di prova).
Come destinare il TFR al fondo pensione
I lavoratori devono conoscere bene questa componente della propria retribuzione, poiché, fin dal primo impiego, sono chiamati a fare un’importante scelta su di essa.
Infatti, entro i primi sei mesi dall’assunzione devono scegliere tra:
- lasciare il TFR in azienda, per ottenere poi la sua liquidazione al termine del rapporto di lavoro;
- destinare questo accantonamento al Fondo Pensione, in modo che vada a costituire la base della propria pensione integrativa futura (adesione esplicita).
Nel caso in cui il dipendente non faccia la propria scelta entro il termine dei 6 mesi, viene iscritto automaticamente al fondo pensione del proprio CCNL di riferimento, applicando il cosiddetto silenzio-assenso, e dunque il TFR viene destinato alla previdenza integrativa (adesione tacita).
Chi lascia il TFR in azienda può comunque decidere in ogni momento di destinarlo al fondo pensione, ma in questo caso occorre distinguere tra:
- TFR maturando, ovvero quello che viene accantonato dal momento dell’adesione in poi, che confluisce nel fondo pensione una volta perfezionata l’iscrizione;
- TFR pregresso, ovvero la parte maturata prima dell’adesione, per la quale è necessario un accordo con l’azienda al fine di ottenere il suo versamento nel fondo.
Ma attenzione! Per le aziende con più di 50 dipendenti è possibile versare solo il TFR maturato fino al 31 dicembre 2006, poiché dal 2007 queste imprese sono tenute a versare il TFR nel Fondo di Tesoreria INPS e non è possibile effettuare il trasferimento verso il fondo pensione.
È importante non sottovalutare il momento della scelta della destinazione del TFR, anche perché il conferimento al fondo pensione apre la strada a una serie di interessanti vantaggi.
Approfondiamo insieme.
Vantaggi del TFR nel fondo pensione
Vediamo quali sono i benefici per coloro che optano per il conferimento del TFR nel fondo pensione, che rendono questa scelta particolarmente vantaggiosa.
1. TFR e pianificazione finanziaria
Aderire al fondo pensione attraverso il conferimento del proprio TFR è un primo tassello di una più ampia azione di pianificazione finanziaria. Significa, ad esempio, non riscuotere il TFR ogni volta che si cambia lavoro, ma di continuare ad accumularlo con finalità previdenziali in modo da integrare, in futuro, la pensione derivante dalla previdenza obbligatoria.
In sostanza, l’adesione al fondo pensione contribuisce a diventare più disciplinati e strategici nella gestione dei propri risparmi, individuando un obiettivo chiaro e concreto: la pensione integrativa.
2. Rendimento vs rivalutazione
Veniamo all’aspetto finanziario legato a questa scelta. Quanto rende il TFR per le due opzioni? Nel dettaglio:
- per il TFR in azienda non sono previsti rendimenti: visto che non viene investito, si calcola una rivalutazione formata da due componenti: l’1,5% fisso più il 75% dell’inflazione annua;
- se, invece, si versa il TFR al Fondo Pensione, questo lo investe al fine di ottenere dei rendimenti che nel lungo periodo siano superiori a suddetta valutazione, in modo da favorire i propri aderenti.
3. Trattamento fiscale del TFR
Anche l’imposizione fiscale cambia a seconda che si decida di lasciare il TFR in azienda o di versarlo al fondo pensione.
Vediamo come:
- azienda: si applicano le aliquote IRPEF, con una percentuale minima del 23% che può arrivare anche al 43%;
- fondo pensione: la tassazione sulla pensione integrativa è molto più favorevole al pensionamento (e non solo), per i contributi versati dal 1° gennaio 2007, si applica un’aliquota pari al 15%, che cala dello 0,30% per ciascun anno di permanenza nel fondo oltre il quindicesimo, fino a un minimo del 9%.
4. Anticipo TFR
Interessanti sono anche le opportunità riguardanti gli anticipi sul TFR, soprattutto per quanto riguarda le spese non documentate, concessi esclusivamente sul TFR versato al Fondo Pensione e non su quello lasciato in azienda.
Per quanto concerne le anticipazioni per spese mediche o acquisto/ristrutturazione della prima casa, invece, occorre rilevare le seguenti differenze:
- l’azienda può riconoscere fino a un massimo del 70% di quanto accantonato, mentre il Fondo Pensione può arrivare al 75%;
- il Fondo Pensione non ha ulteriori vincoli, mentre il datore di lavoro ha un tetto annuo per la concessione degli anticipi, pari al 10% degli aventi diritto e al 4% della forza lavoro.
Si tratta, insomma, di una serie di vantaggi molto interessanti che occorre conoscere e valutare attentamente al fine di prendere la decisione più strategica e conveniente.
Come versare il TFR nel Fondo Gomma Plastica
Chiudiamo illustrando le modalità di adesione esplicita al Fondo Gomma Plastica, il fondo pensione negoziale dedicato ai lavoratori dell’industria della gomma, cavi elettrici ed affini e delle industrie delle materie plastiche.
Per farlo, occorre compilare il modulo di adesione, disponibile in due forme:
- in PDF da compilare seguendo l’iter “cartaceo”, scaricando il kit di adesione disponibile alla pagina Come aderire;
- in formato elettronico andando sul modulo di adesione online del sito.
Nel caso del cartaceo, bisogna compilare il modulo in ogni sua parte e poi consegnarlo al datore di lavoro, in modo che venga compilata la sezione che lo riguarda per poi procedere con l’invio, che può essere fatto:
- a mezzo raccomandata A/R all’indirizzo “Fondo Gomma Plastica – Casella Postale 41 – 35030 Rubano (PD);
- via PEC all’indirizzo fondogommaplastica@pec-mail.it
La compilazione online, invece, consente di procedere con una compilazione guidata utile a procedere rapidamente e senza intoppi nell’iter di iscrizione. Al termine sarà necessario scaricare il modulo compilato per poterlo firmare, far completare la parte azienda e spedirlo al Fondo.
Per approfondire, invitiamo a leggere anche il nostro articolo Chi e come può aderire al Fondo Gomma Plastica.
Messaggio promozionale riguardante forme pensionistiche complementari. Prima dell’adesione leggere la Parte I “Le informazioni chiave per l’aderente” e l’Appendice “Informativa sulla sostenibilità” della Nota Informativa disponibili sul sito.