Nel contesto previdenziale italiano, con un progressivo invecchiamento della popolazione, accompagnato dal crollo delle nascite, occorre valutare con attenzione la possibilità di aderire a un fondo pensione, in modo da ottenere una pensione integrativa rispetto a quella pubblica.
In questo articolo andremo ad illustrare, nel dettaglio, questa opportunità, a partire dalla definizione di fondo pensione, inserito nel più ampio concetto di previdenza complementare.
Vedremo, inoltre, le ragioni per cui l’adesione dovrebbe essere una scelta ormai imprescindibile per chiunque.
Andremo, poi, ad approfondire il funzionamento dei fondi pensione negoziali, forme di previdenza complementare legate a specifici CCNL e dedicati in particolar modo ai lavoratori dipendenti, con peculiari caratteristiche a partire dalla contribuzione (con interessanti benefici finanziari per gli aderenti).
Approfondiremo, ancora, tutti i vantaggi riconosciuti agli aderenti ai fondi pensione negoziali, oltre a quelli legati alla contribuzione.
Infine, scopriremo chi può aderire al Fondo Gomma Plastica.
Cos’è un fondo pensione?
I fondi pensione sono forme di previdenza complementare, ovvero strumenti attraverso i quali gli aderenti possono accumulare denaro destinato alla propria pensione integrativa, che sia appunto complementare rispetto a quella derivante dalla previdenza obbligatoria.
Nel dettaglio, abbiamo quattro forme di previdenza complementare in Italia:
1. Fondi pensione negoziali (o chiusi)
I fondi pensione negoziali sono istituiti dai rappresentanti dei lavoratori e dei datori di lavoro nell’ambito della contrattazione collettiva nazionale, di settore o aziendale, e tipicamente riguardano i lavoratori dipendenti.
Sono enti giuridicamente autonomi rispetto ai propri promotori (ad esempio sindacati e associazioni datoriali), e non hanno scopo di lucro.
Essendo dedicati a particolari categorie, si definiscono anche “chiusi”, poiché l’adesione non è aperta a chiunque e occorre essere in possesso di determinati requisiti (ad esempio lavorare con uno specifico CCNL) per poter aderire.
2. Fondi pensione aperti
I fondi pensione aperti sono istituiti da banche, compagnie assicurative, società di gestione del risparmio (SGR) e società di intermediazione mobiliare (SIM).
Il loro patrimonio è separato e autonomo da quello della società che li ha istituiti, ed è destinato al pagamento delle prestazioni agli iscritti.
A differenza dei fondi negoziali, questi si definiscono aperti perché chiunque può aderirvi, sia in forma collettiva che individuale.
3. Fondi pensione preesistenti
Si tratta di fondi che risultavano già istituiti prima che venisse disciplinato in modo organico il sistema della previdenza complementare, con il D.Lgs. 252/2005, “Disciplina delle forme pensionistiche complementari”.
Questi fondi sono destinati a esaurirsi, dal momento che non è più possibile aderirvi.
4. Piani Individuali Pensionistici (PIP)
I Piani Individuali Pensionistici sono istituiti dalle compagnie assicurative.
ll patrimonio complessivo dei PIP, gestiti dalla stessa impresa di assicurazione, è separato e autonomo rispetto a quello dell’impresa di assicurazione.
L’adesione è esclusivamente individuale e aperta a tutti.
Perché è importante aderire alla previdenza complementare?
L’adesione a una forma di previdenza complementare è importante per una serie di ragioni, che andrebbero valutate attentamente una per una ma anche nel loro complesso.
Approfondiamo.
1. Pensione integrativa
La costante crescita della speranza di vita, cioè dell’età media dei decessi, combinati con il crollo delle nascite nel nostro Paese, sta portando a un progressivo invecchiamento della popolazione.
Sul fronte delle pensioni pubbliche – fondate su un patto generazionale per cui i contributi di chi lavora “pagano” gli assegni di chi è in pensione (sistema a ripartizione), questo scenario si traduce in due condizioni:
- si va in pensione sempre più tardi;
- gli assegni pensionistici sono proporzionalmente sempre più bassi rispetto agli ultimi stipendi percepiti prima del congedo.
In un contesto come quello sinteticamente esposto, la necessità di dotarsi di una pensione integrativa rispetto a quella pubblica diviene irrinunciabile, se si desidera preservare il proprio tenore di vita.
L’adesione al fondo pensione risponde proprio a questa esigenza e, come vedremo in seguito, il legislatore ha reso questa forma di gestione del risparmio e conseguente investimento dei contributi versati, particolarmente interessante dal punto di vista finanziario e fiscale.
2. Capitalizzazione individuale
Abbiamo già accennato al sistema a ripartizione della previdenza pubblica, che mostra il fianco al contesto demografico attuale e futuro del nostro Paese, con i pensionati che aumentano e i lavoratori attivi che non tengono numericamente il passo.
Rispetto a questo scenario, il sistema applicato dai fondi pensione, denominato a capitalizzazione individuale, si rivela molto resiliente.
Con la capitalizzazione individuale, infatti, l’aderente accumula i contributi versati per la propria pensione integrativa, senza dover “contare” sui contributi altrui e accumula sulla propria posizione individuale i contributi versati e i rendimenti man mano realizzati, al netto delle imposte e delle spese; sul montante così determinato, poi, si andrà a calcolare la prestazione finale, erogata sotto forma di rendita e/o capitale.
3. Pianificazione finanziaria a lungo termine
Come detto, aderire a un fondo pensione consente di pianificare in modo più efficace il proprio futuro finanziario, assicurando una fonte di reddito stabile durante gli anni della pensione.
In sostanza, chi sceglie il fondo pensione decide di influire attivamente sul proprio futuro finanziario, gestendo il denaro nel presente e destinando parte dei propri risparmi a un obiettivo di lungo termine, particolarmente importante per sé e per i propri cari.
Come si aderisce a un fondo pensione negoziale?
L’adesione al fondo pensione negoziale – a cui, come detto, hanno diritto i lavoratori i cui CCNL prevedono queste forme di previdenza complementare – può avvenire in due forme, legate entrambe alla scelta di destinazione del proprio TFR (Trattamento di Fine Rapporto).
A partire dalla prima assunzione, infatti, i lavoratori hanno sei mesi di tempo per decidere se destinare il proprio TFR al fondo pensione, oppure se lasciarlo in azienda.
Se la scelta viene fatta attivamente dal lavoratore, parliamo di adesione esplicita. Se, invece, trascorsi i sei mesi, non è stata fatta alcuna scelta, la destinazione del TFR alla previdenza complementare al fondo pensione avviene d’ufficio, e in questo caso parliamo di adesione tacita.
Infine, per chi sceglie di lasciare il TFR in azienda, è sempre possibile in qualsiasi momento decidere di aderire al fondo pensione versando:
- il TFR maturando, cioè l’accantonamento del trattamento dal momento dell’adesione in poi;
- il TFR pregresso, ma in questo caso soltanto se c’è l’assenso del datore di lavoro.
L’adesione in giovane età, data la natura di un obiettivo di risparmio come quello previdenziale, che presenta un orizzonte temporale molto lungo, consente di ottimizzare la propria presenza nel fondo, cogliendo appieno tutti i benefici riconosciuti all’aderente.
Come funziona la contribuzione al fondo pensione negoziale?
Abbiamo già parlato della destinazione al fondo pensione negoziale del proprio TFR, una componente della retribuzione differita nel tempo, qualunque siano le scelte del lavoratore.
Ma il progetto della propria pensione integrativa può diventare più consistente, grazie ad altre forme di contribuzione, ovvero le seguenti:
- l’aderente può attivare una contribuzione mensile versando una percentuale della propria retribuzione (con aliquota minima definita dal CCNL), in modo da accantonare una piccola cifra periodica che va ad alimentare il montante della pensione integrativa;
- con la contribuzione minima del lavoratore quest’ultimo ha diritto anche al contributo aggiuntivo a carico del datore di lavoro, anch’esso calcolato in percentuale sulla retribuzione;
- infine, è possibile versare dei contributi volontari senza alcuna cadenza periodica, anche una sola volta nell’intera carriera ad esempio, in modo da incrementare ulteriormente la propria posizione individuale, al fine di ottenere una pensione integrativa più consistente.
Ricordiamo, infine, che il contributo a carico del datore di lavoro è un beneficio finanziario riservato agli aderenti ai fondi pensione negoziali, un’opportunità che rende questa forma di previdenza complementare più conveniente rispetto alle altre.
Approfondisci alla nostra pagina dedicata alle Contribuzioni.
Vantaggi per gli aderenti ai fondi pensione negoziali
Vediamo, adesso, i principali vantaggi, oltre a quelli già illustrati, derivanti dall’adesione a un fondo pensione negoziale.
1. Agevolazioni fiscali
lo Stato italiano riserva un trattamento fiscale di favore a questa forma di investimento dei propri risparmi.
Innanzitutto, è possibile dedurre fiscalmente i contributi versati dal reddito imponibile, di fatto abbattendo la base di calcolo per l’IRPEF, generando un risparmio fiscale. La deduzione può essere fatta nel limite annuo di 5.164,57 euro.
Inoltre, i rendimenti derivanti dall’investimento dei contributi versati nel fondo pensione subiscono un prelievo fiscale più leggero rispetto alle altre forme di impiego del risparmio. Nel dettaglio, fatta eccezione per i rendimenti da Titoli di Stato, ai quali si applica sempre un’aliquota del 12,5%, l’imposizione fiscale è pari al 20%, contro il 26% generalmente applicato a tutti gli altri investimenti.
Infine, è prevista una tassazione agevolata della prestazione finale, con aliquota del 15% che si riduce dello 0,30% annuo per ciascun anno di permanenza nella previdenza complementare oltre il quindicesimo, fino a un minimo del 9%.
2. Offerta comparti
I fondi negoziali multicomparto offrono agli aderenti la possibilità di scegliere fra diverse linee di investimento. Si tratta dell’opportunità di scegliere portafogli composti in modo da ottenere una diversa gradazione di rischio/rendimento, andando incontro alle esigenze degli aderenti sia in termini anagrafici che di propensione al rischio.
In finanza, infatti, a un rischio maggiore, corrisponde un’opportunità di rendimento più consistente, ma vale anche il viceversa. Dunque, l’aderente può modulare le proprie scelte in modo da ottimizzare il proprio tempo di permanenza nel fondo pensione.
3. Normativa e vigilanza
Gli aderenti ai fondi pensione possono contare su uno spesso reticolato di tutele dedicate ai propri risparmi, grazie a una serie di previsioni di legge e regole che tengono ben in conto l’importanza di questa particolare forma di investimento.
In sintesi, le tutele sono rappresentate da:
- normativa stringente, che impedisce per esempio che vengano posti in essere investimenti meramente speculativi e dunque altamente rischiosi;
- regole organizzative ferree per la gestione del fondo pensione stesso;
- una vigilanza esterna che coinvolge tutti gli organismi istituzionali legati al settore finanziario del nostro Paese: Covip (Commissione di Vigilanza sui Fondi Pensione), Banca d’Italia, Consob (Borsa), Ivass (Assicurazioni).
Insomma, le tutele sono al massimo livello possibile per quanto concerne la gestione del risparmio.
4. Costi
I fondi pensione negoziali sono istituiti senza scopo di lucro; di conseguenza, a differenza dalle altre forme di previdenza complementare, applicano costi di gestione molto più contenuti.
Questo vuol dire che il montante non viene eroso dalle spese.
5. Anticipi e riscatti
A determinate condizioni è possibile attingere al proprio montante accumulato, in tutto o in parte, prima del raggiungimento dei requisiti per accedere al pensionamento.
Attraverso le anticipazioni e i riscatti, infatti, è possibile gestire situazioni finanziariamente impegnative, come una grave malattia, l’acquisto di una casa, la disoccupazione o l’invalidità.
Chi può aderire al Fondo Gomma Plastica
Fondo Gomma Plastica è il fondo complementare di riferimento per tutte le persone assunte con il CCNL industria della Gomma Plastica Cavi Elettrici e affini, costituito nella forma di associazione riconosciuta, senza scopo di lucro, iscritto al n° 125 dell’Albo Covip.
Le principali figure che possono iscriversi al Fondo:
- lavoratori a cui si applica il già citato CCNL, con rapporto di lavoro, non in prova e non inferiore a 6 mesi, a tempo determinato, indeterminato, contratto di inserimento, apprendistato, e con le qualifiche di: operai, addetti con qualifiche speciali, impiegati e quadri;
- familiari a carico delle persone iscritte al Fondo;
- dipendenti delle organizzazioni firmatarie del CCNL di settore, sindacali e imprenditoriali, previa stipula di specifico accordo.
Per il dettaglio degli aventi diritto. rinviamo alla consultazione dell’art.5 dello Statuto, alla voce “Destinatari”.
Approfondisci alla nostra pagina dedicata all’Adesione e leggendo il nostro articolo Chi e come può aderire al Fondo Gomma Plastica.
Messaggio promozionale riguardante forme pensionistiche complementari. Prima dell’adesione leggere la Parte I “Le informazioni chiave per l’aderente” e l’Appendice “Informativa sulla sostenibilità” della Nota Informativa disponibili sul sito.