
Il rating finanziario è uno strumento chiave per valutare l’affidabilità di un emittente, sia esso un ente pubblico o una società privata, e riveste un ruolo fondamentale nelle decisioni di investimento. Esso fornisce indicazioni utili sulla solidità finanziaria di chi emette strumenti come azioni e obbligazioni, permettendo agli investitori di stimare il rischio connesso all’investimento.
In questo articolo offriremo una panoramica sulla definizione e la funzione del rating finanziario, per poi analizzare nel dettaglio la scala di valutazione utilizzata e le principali chiavi di lettura per interpretarla correttamente.
Approfondiremo i criteri qualitativi e quantitativi, sia interni che esterni, che contribuiscono all’assegnazione e alla periodica revisione del rating. Dedicheremo spazio anche all’outlook, ovvero alle prospettive future di rating, per fornire una visione completa e proiettata nel tempo.
Infine, illustreremo in che modo i fondi pensione utilizzano il rating finanziario nei propri processi di investimento e quali regole e principi ne guidano l’impiego, con l’obiettivo di garantire la massima tutela degli aderenti.
Cos’è il rating finanziario?
Il rating finanziario è una valutazione standardizzata del merito creditizio di un emittente di titoli o di uno specifico strumento finanziario. Derivato dal termine inglese rating, che significa letteralmente “valutazione”, rappresenta un giudizio sull’affidabilità dell’emittente e sulla sua capacità di restituire un debito entro un determinato periodo di tempo.
Espresso su una scala riconosciuta a livello internazionale, il rating consente agli investitori di valutare con maggiore consapevolezza la qualità e il rischio associato ai titoli presenti sul mercato. Nasce dall’esigenza di raccogliere e sintetizzare un’ampia quantità di informazioni per offrire un quadro il più possibile trasparente e oggettivo sul valore dei titoli e sulla solidità dei soggetti emittenti.
Il rating finanziario risulta utile a diversi soggetti:
- Creditori, per valutare la convenienza nel concedere un prestito.
- Investitori, per stimare il livello di rischio associato all’investimento.
- Istituti bancari, per calcolare il rischio di credito in fase di concessione di un finanziamento.
La valutazione è affidata ad agenzie specializzate che operano come intermediari informativi indipendenti. Le tre più autorevoli a livello mondiale – Moody’s, S&P Global e Fitch Ratings – costituiscono da decenni un punto di riferimento per i mercati finanziari internazionali.
È importante sottolineare che il rating non è una garanzia né una verità assoluta: si tratta di un giudizio basato su dati e previsioni che può essere aggiornato o rivisto nel tempo, in funzione dell’andamento economico dell’emittente e del contesto macroeconomico.
Come si applica il rating: la scala di valutazione
Per fornire una misura oggettiva e facilmente comparabile che sintetizzi in un solo dato le numerose informazioni qualitative e quantitative raccolte, le agenzie di rating utilizzano una scala di valutazione standardizzata.
La scala più comunemente adottata è quella che va da AAA a D, in cui ogni sigla rappresenta un livello di affidabilità dell’emittente rispetto alla capacità di rimborsare i propri debiti:
- AAA: livello massimo di affidabilità. L’ente presenta un rischio di credito estremamente basso.
- AA: ente solido, ma lievemente più esposto a fattori esterni rispetto a quelli con rating AAA.
- A: buone capacità di rimborso, ma più vulnerabile a condizioni economiche sfavorevoli.
- BBB: finanze sufficientemente solide, ma con un margine di rischio più elevato.
- BB / B: l’emittente mostra instabilità finanziaria. Il rischio di credito è presente e crescente.
- CCC: vulnerabilità significativa, con elevate probabilità di insolvenza.
- CC: finanze altamente compromesse. Il fallimento è altamente probabile.
- C: l’ente ha presentato istanza di fallimento.
- RD (restricted default): l’ente ha sospeso il pagamento di alcune obbligazioni, pur onorandone altre.
- D: lo stato più critico. L’ente è formalmente in default, non è più in grado di rimborsare il proprio debito.
Questa classificazione si divide in due macro-categorie principali:
- Investment grade (da AAA a BBB): comprende i titoli con un livello di rischio contenuto. Sono considerati investimenti relativamente sicuri.
- Non-investment grade o speculative grade (da BB a D): comprende i titoli ad alto rischio. Sono spesso oggetto di speculazione e includono i cosiddetti junk bond (titoli spazzatura), ovvero titoli con scarsa affidabilità creditizia e probabilità elevata di insolvenza.
Parametri di valutazione del rating
Il rating finanziario viene determinato attraverso l’analisi di molteplici fattori, sia quantitativi che qualitativi, con l’obiettivo di restituire una valutazione il più possibile oggettiva dell’affidabilità dell’emittente.
Fattori quantitativi: l’analisi finanziaria dell’emittente
Questa fase si basa su dati numerici e documenti contabili, tra cui i seguenti:
- Bilanci aziendali: vengono esaminati costi, ricavi, debiti e crediti.
- Flussi di cassa: si analizzano le entrate e le uscite per valutare la liquidità disponibile nel breve termine.
- Patrimonio: si considerano le proprietà materiali, immateriali e finanziarie.
- Indici di solidità patrimoniale: utili per comprendere se la struttura finanziaria dell’ente è stabile e sostenibile nel tempo.
- Capacità di generare profitti: parametro essenziale per giudicare la sostenibilità economica dell’attività nel lungo periodo.
Fattori qualitativi: l’analisi del contesto operativo
Accanto ai numeri, si analizzano anche elementi esterni e qualitativi che possono influenzare la stabilità dell’emittente, pur non dipendendo direttamente dalla sua volontà:
- Condizioni politiche, economiche e sociali dei territori in cui l’emittente opera.
- Stabilità del settore economico di riferimento, utile per capire se l’attività si svolge in un mercato maturo, in crescita o in crisi.
- Posizionamento competitivo, ovvero il grado di leadership dell’ente rispetto ai concorrenti.
- Rischi regolatori e legali, inclusi eventuali cambiamenti normativi che potrebbero incidere sul business.
- Governance aziendale, intesa come assetto organizzativo e strategico dell’ente, che può offrire segnali importanti sulla gestione presente e futura.
La valutazione finale tiene conto quindi sia degli aspetti interni all’emittente, sia del contesto esterno in cui opera. Quest’ultimo, pur essendo fuori dal suo controllo diretto, può avere un impatto determinante sul merito creditizio.
L’outlook: la previsione sul rating futuro
L’outlook è un’informazione complementare al rating finanziario, che offre una previsione sull’evoluzione futura del merito creditizio dell’emittente. Si tratta, quindi, di una valutazione a medio-lungo termine, utile per anticipare possibili cambiamenti nella posizione dell’emittente sulla scala di rating.
Le principali categorie di outlook sono tre:
- Outlook positivo: si prevede che l’emittente affronterà condizioni uguali o migliori rispetto a quelle attuali, con la possibilità di un miglioramento del rating (upgrade).
- Outlook negativo: si ipotizza un peggioramento delle condizioni, che potrebbe portare a un declassamento (downgrade).
- Outlook stabile: non sono previsti cambiamenti significativi nel merito creditizio nel prossimo futuro.
L’outlook rappresenta dunque un’informazione preziosa per gli investitori, i quali possono così valutare non solo la situazione attuale dell’emittente, ma anche le sue prospettive di evoluzione nel tempo.
Il rating finanziario nelle strategie di investimento dei fondi pensione
Per i fondi pensione, il rating finanziario rappresenta uno strumento utile ma non esclusivo nella valutazione del merito creditizio degli emittenti. La COVIP (Commissione di Vigilanza sui Fondi Pensione), nella circolare 5089/2013, ha sottolineato che il giudizio di rating non deve essere adottato in modo automatico ed esclusivo nelle politiche di investimento.
Essendo soggetti a una rigorosa regolamentazione e a controlli sia esterni che interni, i fondi pensione sono tenuti a integrare il rating con ulteriori elementi conoscitivi, tra cui:
- analisi interne supplementari: valutazioni condotte dai gestori del fondo per approfondire aspetti non completamente coperti dal rating;
- diversificazione degli investimenti: strategia fondamentale per ridurre i rischi, anche in caso di errori di valutazione sul merito creditizio;
- monitoraggio continuo: osservazione costante degli emittenti e aggiornamento delle valutazioni in base all’evoluzione delle condizioni di mercato.
L’obiettivo principale dei fondi pensione è la tutela delle posizioni, garantendo rendimenti adeguati a fronte di un livello di rischio contenuto. In quest’ottica, il rating finanziario – se utilizzato con criterio e affiancato da altri strumenti di analisi – rappresenta una base solida per le decisioni di investimento.
Consultando il Bilancio e la Nota Informativa, sarà possibile approfondire le scelte finanziarie adottate dal Fondo Gomma Plastica.
Conclusioni
Il rating finanziario è uno strumento fondamentale nel panorama degli investimenti, poiché fornisce una valutazione standardizzata e comparabile del merito creditizio degli emittenti. Comprendere come funziona e cosa rappresenta è essenziale per ogni tipo di investitore, dal piccolo risparmiatore ai grandi fondi pensione.
Tuttavia, è importante sottolineare che il rating, per quanto utile, non può essere l’unico criterio su cui basare le decisioni di investimento.
Un approccio efficace alla valutazione del rischio richiede l’integrazione di fonti informative diversificate e metodologie analitiche complementari, soprattutto nel caso della gestione dei risparmi previdenziali, dove la tutela del capitale e la generazione di rendimenti stabili nel lungo periodo costituiscono le priorità assolute.