Il progetto “PMI Italia” coinvolge quattro fondi pensione italiani, tra i quali il Fondo Gomma Plastica, che hanno deciso di destinare una parte dei loro investimenti alle piccole e medie imprese del nostro Paese.
In questo articolo esploreremo i dettagli di un’iniziativa che mira a sostenere il cuore del tessuto produttivo italiano, creando un collegamento diretto tra i fondi di previdenza complementare e le PMI.
Analizzeremo le motivazioni alla base del progetto, sia da un punto di vista finanziario che fiscale, evidenziando i benefici individuati dai fondi pensione partecipanti.
Infine, vedremo quali sono i passaggi necessari per concretizzare questa iniziativa.
Cos’è il progetto “PMI Italia”?
Il Fondo Gomma Plastica, insieme a Foncer, Pegaso e Previmoda, è tra i promotori del progetto “PMI Italia”.
L’iniziativa si propone di destinare una parte del patrimonio dei fondi pensione all’investimento in azioni di imprese italiane di media e piccola capitalizzazione, conosciute tecnicamente come Mid e Small Cap.
Il progetto nasce dall’esigenza di affrontare una criticità del nostro Paese: il mercato delle PMI quotate è spesso sottovalutato e poco attrattivo per i singoli investitori.
“PMI Italia” propone una soluzione concreta attraverso la creazione di un consorzio tra investitori istituzionali, capace di superare questi ostacoli aggregando risorse e poteri negoziali.
In breve, il progetto si basa su una strategia di investimento innovativa, mirata a colmare un divario nel mercato italiano e a generare vantaggi per gli investitori e per l’intera economia.
Perché è nato il progetto “PMI Italia”?
I fondi pensione coinvolti nel progetto hanno scelto di promuoverlo per due motivi principali:
- sostegno all’economia italiana: investire nelle PMI significa contribuire alla crescita di un settore centrale per il nostro Paese, favorendo lo sviluppo economico e la creazione di nuovi posti di lavoro;
- rendimenti interessanti: le PMI italiane offrono importanti opportunità di crescita e guadagno, grazie anche ai benefici fiscali previsti per i fondi pensione che vi investono.
I benefici fiscali fanno riferimento alla Legge 232/2016 (art. 1, commi 88 e seguenti), che prevede l’esenzione totale sui rendimenti derivanti da investimenti come quelli previsti dal progetto “PMI Italia”.
La decisione dei fondi pensione di collaborare nasce invece da due ulteriori ragioni:
- economie di scala: investendo congiuntamente, i fondi possono ridurre i costi e ottenere condizioni più vantaggiose dalle aziende, generando benefici diretti per i propri aderenti;
- maggiore impatto: unendo le risorse, i fondi acquisiscono un peso maggiore nel dialogo con le imprese, promuovendo anche pratiche più sostenibili, come la tutela dei lavoratori.
Queste motivazioni producono un duplice effetto positivo: da un lato, rafforzano il sistema economico nazionale; dall’altro, migliorano i rendimenti per gli aderenti. Una strategia che può essere definita win-win, capace di creare vantaggi sia per gli investitori sia per il tessuto produttivo, in una logica di interessi convergenti.
Come si sviluppa il progetto “PMI Italia”?
L’iniziativa prevede un totale di risorse pari a 82 milioni di euro, ripartiti come segue:
- 30 milioni dal Fondo Gomma Plastica;
- 12 milioni da Foncer;
- 20 milioni da Pegaso;
- 20 milioni da Previmoda.
Il 4 novembre 2024, i fondi promotori hanno avviato il processo di selezione per individuare il gestore finanziario a cui affidare il mandato di investimento. Le convenzioni di gestione, una volta sottoscritte, avranno una durata indicativa di almeno sette anni, con decorrenza dal momento della stipula.
I candidati devono impegnarsi a collaborare con i fondi pensione e con l’advisor ESG incaricato, un esperto che sviluppa strategie con impatti positivi in ambito ambientale, sociale e di governance, in linea con i valori e la mission del progetto. Questa collaborazione mira a favorire l’attività di engagement tra i fondi e le società oggetto di investimento, fornendo informazioni, dati e analisi utili al raggiungimento degli obiettivi.
Nel bando di selezione, i fondi promotori hanno definito lo scopo del progetto: costruire un portafoglio diversificato di società italiane quotate di media e piccola capitalizzazione, con l’intento di:
- generare un rendimento positivo, superiore al parametro di riferimento proposto dal gestore (che può essere un indice di mercato, un parametro assoluto o legato all’inflazione, secondo l’approccio “a benchmark” o “total return”);
- beneficiare delle agevolazioni fiscali previste dalla Legge 232/2016;
- facilitare il dialogo tra i fondi pensione e le società in portafoglio.
Una volta individuato il gestore idoneo, i fondi procederanno alla stipula delle convenzioni di gestione, che disciplineranno i rapporti con il gestore nel rispetto delle direttive della COVIP (Commissione di Vigilanza sui Fondi Pensione).